Maine Coon: il gigante buono
L'origine del Maine Coon è tutt'ora un mistero. Alcune leggende americane vogliono che questa razza sia l'unione tra un gatto selvatico ed un orsetto lavatore (geneticamente impossibile), derivante dall'aspetto della sua coda gonfia, simile a quella dei procioni. Altra leggenda vuole che questi gatti avessero raggiunto la costa americana, appunto del Maine, con le navi vichinghe. Molto più probabile sembrerebbe l'ipotesi che questa specie derivi dai gatti importati in epoca coloniale europei ed asiatici. Il Maine Coon venne ufficialmente riconosciuto nel 1976, dopo che la specie fu ottenuta con l'incrocio del comune gatto americano a pelo corto e l'Angora. Nel 1985, lo Stato dei Main ha proclamato questa razza “gatto nazionale americano”. In Italia l'allevamento è iniziato solo recentemente a partire dal 1986. Oggi si tratta di una tra le razze di gatto più apprezzate da grandi e piccini di tutto il mondo.
Caratteristiche: "da lavare a secco”
Una delle particolarità di questo gigante buono, è il suo meraviglioso pelo: il Maine Coon di fatto, è idrorepellente. La sua pelliccia è così fitta non solo intorno al collo e sulla coda ma anche sulla punta delle orecchie e tra le zampe. Non ha bisogno di cure particolari visto che si tratta di un gatto robusto e rustico, unico accorgimento: da spazzolare una volta alla settimana per evitare dolori nodi! Ama l'acqua proprio per via della sua pelliccia che difficilmente permette alla pelle di bagnarsi.
Carattere: giochiamo insieme?
Si tratta di un gatto in grado di raggiungere modeste dimensioni: i maschi possono pesare tra i 13-15 kg! Da cuccioli sono estremamente giocherelloni ma tendono a tranquillizzarsi una volta cresciuti. Riescono ad adattarsi bene sia alla vita d'appartamento ma amano l'aria aperta e i grandi spazi in cui muoversi liberamente. Trattandosi di un grande amante della libertà, i padroni di Maine Coon devono premurarsi di proteggere terrazzi e balconi da eventuali fughe o cadute di questo gatto che, in alcuni casi, può risultare molto spericolato. Visto il suo carattere mansueto è usato anche nella per therapy di bambini o adulti con sindromi di allontanamento sociale (autismo, Asperger).
L'esperienza e i consigli dell'Ambassador!
Milena Cafagna, Ambassador di Paco, racconta la sua esperienza con l'alimentazione monoproteica per i suoi mici:
È stato facile accorgersi che era l'alimentazione la causa dei problemi gastrointestinali del gatto?
Ho tre meravigliosi Maine Coon. Tra di loro Fuji ha sempre manifestato problemi gastrointestinali. Dato che in casa c'era già Ryu, somministravo ad entrambi lo stesso alimento (a base di pollo e riso). Non pensavo che un'intolleranza potesse essere così subdola.
Che problemi ha avuto Fuji?
Più andavo avanti con le crocchette pollo e riso, più Fuji peggiorava (ma non Ryu, che stava benissimo). Ho provato a cambiare marche di crocchette e a somministrare, sotto consiglio del veterinario, integratori compattanti per le feci e fermenti lattici, ma la situazione non sembrava migliorare.
Come hai capito che si trattava di un'intolleranza? E come ti hanno aiutata gli alimenti monoproteici?
Anche se è un metodo un po' fai da te... ho preso tutte le liste di ingredienti di tutti i cibi somministrati ed ho scoperto che gli elementi in comune erano pollo e riso. Nel frattempo il veterinario ha proceduto ad esami diagnostici specifici, tra cui l'ecografia, che hanno evidenziato una forte colite e una colecisti. Abbiamo quindi eliminato completamente riso e pollo, e somministrato dei farmaci specifici per far passare l'infiammazione in corso.
Da allora somministro a tutti i gatti scatolette al tonno, e crocchette monoproteiche a base di agnello (che apprezzano molto!).
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